– L'ESPERIENZA E IL SERVIZIO DELL'HOSPICE DI COLOGNO MONZESE

“Per chi vuole vederli, ci sono fiori dappertutto”. Così è scritto su un cartello appeso in uno dei corridoi della Casa Famiglia di Cologno Monzese. In fondo, un’accogliente sala destinata ai familiari. Qualche poltrona, una bella pianta, una luce attenuata e, alle pareti, alcune lettere di figli, zii, nipoti che ricordano i loro cari e dicono “grazie”.
Sono le famiglie dei residenti dell’Hospice, la struttura di accoglienza destinata ai malati terminali che dal 9 settembre 2009 caratterizza questa Casa Famiglia.
L’Hospice offre 8 posti letto ed un’equipe operativa h24 ed altamente specializzata: 3 medici, 5 infermieri, 5 OSS, 1 psicologo, 1 assistente sociale, 1 sacerdote, 1 fisioterapista, 1 dietologo, con l’attività di coordinamento della signora Cristina.
Tanta competenza e professionalità dunque, insieme ad una grande umanità.
Tante infatti sono le storie di dolore, di coraggio e anche di vita passate da quelle mura.
“In un momento così difficile e drammatico, nel vostro reparto mio padre ha avuto tutte le attenzioni e cure che noi da soli a casa non avremmo potuto garantiresiete vigili quando gli altri dormono  – ha scritto Mario – ascoltate quando gli altri parlano; non lasciate passare un solo giorno senza portare un sorriso e grazie a tutto questo mio padre ha superato la soglia dell’infinito in modo dignitoso e nella più totale tranquillità”.
E tante sono le lettere, intense e vere, arrivate in struttura dopo l’esperienza dell’Hospice.
Alcune parole risuonano spesso: “ci siamo sentiti accolti come in una grande famiglia”, “in questi momenti incontri le persone giuste”, “gli angeli esistono”, “avete curato il mio caro come a casa propria”, “incontrarvi è stato un privilegio”, “dedizione, competenza e amore”.
E’ il Progetto Vita che guida da sempre le attività di Fondazione Mantovani: promuovere e difendere la dignità delle persone fino al compimento della vita.
Un obiettivo che qui all’Hospice viene realizzato quotidianamente.
“Non dimenticheremo nessuno, poiché le persone speciali non si dimenticano mai”.
La struttura offre anche un piccolo spazio comune, con una tv, una cucina, alcune sedie: lì i parenti degli ospiti possono con tranquillità riposare, confrontarsi e pensare.
Un giorno anche la musica ha allietato per qualche ora tutti i presenti, grazie all’iniziativa di un familiare.
Ancora oggi viene ricordata la dolcezza e la delicatezza di quell’arpa, che ha raccontato -più di tante e inutili parole- quel Mistero lì ogni giorno vissuto.
HOSPICE DI COLOGNO MONZESE 
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